Venerdì 13 ottobre 2017, alle ore 19:30 s’inaugura, presso il Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea a Lecce, la mostra Fight di Silvia Recchia, a cura di Marinilde Giannandrea, con una selezione di lavori realizzati per questa sua prima personale.
La giovane artista pugliese concentra nelle quattordici tele in mostra le potenzialità del colore e della pittura in un’oscillazione tra fantasmi di figurazione e ricerca astratta mettendo in movimento una dimensione soprattutto esistenziale.
È una ricerca interiore pervasa da una sensazione di fragilità, anche se condotta con la forza e la determinazione di una lotta con se stessa. Le opere possono essere lette come un diario intimo ma anche come meccanismi di riflessione sulla forma e sui linguaggi poiché l'artista oltre a scoprire le potenzialità autonome del colore, ha operato una ricerca artigianale sulle tele e sperimentato nuove tecniche raggiungendo soluzioni sempre armoniche con una pittura pervasa costantemente da una tensione poetica e, in certi casi, sensuale.
Si avvertono soprattutto ritmi biologici e psichici e le opere comunicano una sensibilità che affiora anche nei titoli in cui si sente l’eco di un mondo di conoscenze, affetti, dolori e sfumature emotive sospese tra esperienza del sé, desiderio e immaginazione.
Così commenta l'artista Fernando De Filippi a proposito delle sue opere:
““La leggerezza dell'essere” una frase ormai stereotipata che continua a reiterarsi dopo aver visto i lavori di Silvia Recchia. Delicate apparizioni di forme e colori che suggeriscono corpi e/o paesaggi appena accennati, sfuggenti, pronti a negare la propria forma per divenire pura astrazione. […] Wolf diceva “Vedere è chiudere gli occhi”, sintetizzando così la ricerca del senso di ciò che è latente e impercettibile, che non si confronta con nulla di già esistente e che è forse la più autentica delle realtà, quella dello spirito”
Silvia Recchia Castellana Grotte (BA), 1985
Lavora essenzialmente con la pittura e si concentra su meccanismi apparentemente fragili ma che denotano tensioni e passioni sottese.
Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 2011 ha partecipato a una serie di mostre collettive tra cui: Ausmurzen – giornata della Memoria a cura di Rosanna Gesualdo presso Fabrica H24; Ad Astra per Aspera (2014), mostra bipersonale con Giancarlo Nunziato al Casello 97, Lecce; Con/Divisione, a cura di Carmelo Cipriani nella galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce (2015). Nel 2016 ha partecipato ad Amarcord presso il castello Carlo V di Monopoli in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Ex Istituto Statale D'Arte Luigi Russo di Monopoli e nel 2017 è stata tra gli artisti segnalati del Premio Casciaro di Ortelle.
La giovane artista pugliese concentra nelle quattordici tele in mostra le potenzialità del colore e della pittura in un’oscillazione tra fantasmi di figurazione e ricerca astratta mettendo in movimento una dimensione soprattutto esistenziale.
È una ricerca interiore pervasa da una sensazione di fragilità, anche se condotta con la forza e la determinazione di una lotta con se stessa. Le opere possono essere lette come un diario intimo ma anche come meccanismi di riflessione sulla forma e sui linguaggi poiché l'artista oltre a scoprire le potenzialità autonome del colore, ha operato una ricerca artigianale sulle tele e sperimentato nuove tecniche raggiungendo soluzioni sempre armoniche con una pittura pervasa costantemente da una tensione poetica e, in certi casi, sensuale.
Si avvertono soprattutto ritmi biologici e psichici e le opere comunicano una sensibilità che affiora anche nei titoli in cui si sente l’eco di un mondo di conoscenze, affetti, dolori e sfumature emotive sospese tra esperienza del sé, desiderio e immaginazione.
Così commenta l'artista Fernando De Filippi a proposito delle sue opere:
““La leggerezza dell'essere” una frase ormai stereotipata che continua a reiterarsi dopo aver visto i lavori di Silvia Recchia. Delicate apparizioni di forme e colori che suggeriscono corpi e/o paesaggi appena accennati, sfuggenti, pronti a negare la propria forma per divenire pura astrazione. […] Wolf diceva “Vedere è chiudere gli occhi”, sintetizzando così la ricerca del senso di ciò che è latente e impercettibile, che non si confronta con nulla di già esistente e che è forse la più autentica delle realtà, quella dello spirito”
Silvia Recchia Castellana Grotte (BA), 1985
Lavora essenzialmente con la pittura e si concentra su meccanismi apparentemente fragili ma che denotano tensioni e passioni sottese.
Si è formata all’Accademia di Belle Arti di Lecce e dal 2011 ha partecipato a una serie di mostre collettive tra cui: Ausmurzen – giornata della Memoria a cura di Rosanna Gesualdo presso Fabrica H24; Ad Astra per Aspera (2014), mostra bipersonale con Giancarlo Nunziato al Casello 97, Lecce; Con/Divisione, a cura di Carmelo Cipriani nella galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce (2015). Nel 2016 ha partecipato ad Amarcord presso il castello Carlo V di Monopoli in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Ex Istituto Statale D'Arte Luigi Russo di Monopoli e nel 2017 è stata tra gli artisti segnalati del Premio Casciaro di Ortelle.
PROFILI COMPLANARI | di Chiara Criniti e MonicaTaveri
a cura di Monica Taveri
Lecce | Scaramuzza Arte Contemporanea | 23 settembre – 1 ottobre 2017
Inaugurazione sabato 23 settembre, ore 19.30
Sabato 23 settembre alle ore 19.30, si inaugura a Lecce, negli eleganti spazi della Scaramuzza Arte Contemporanea , la mostra PROFILI COMPLANARI, presentazione dei più recenti lavori delle artiste Chiara Criniti e Monica Taveri, che ne è anche la curatrice. Presentazione ed introduzione critica a cura della Prof.ssa Monica Lisi.
Due artiste, “portatrici sane” di visioni diverse, si sono dapprima casualmente conosciute, artisticamente piaciute e, sulla base del loro comune sentire, hanno deciso di dare vita ad un gemellaggio culturale che le vede per la prima volta esporre insieme, dando origine ad una immagine di “sorellanza” di pensiero, di capacità e contatto di sguardi, che le ha portate ad incontrarsi anche concretamente in una mostra che presenta circa venti opere, incentrate prevalentemente sui ritratti.
In questa esposizione si dà vita a tutta la forza creativa del ‘femminile’ contemporaneo, attraverso l’immaginazione che non ha paura dei confini, spesso imposti, perché libera di indagare i sentimenti umani in tutte le sue sfumature. Un incontro, quello tra Chiara e Monica, risultato inaspettatamente prolifico e produttivo, proprio come succede per le cose non cercate ma inconsciamente e fortemente desiderate.
Diverse per percorso artistico le due artiste hanno voluto con il loro sodalizio farci vivere un quadro di analisi interiore comune donando, ciascuna a suo modo, una narrazione assoluta di sé, guidate da una precisa corrispondenza , ispirata da un’alchimia ricca di fascino e di significato.
Chiara Criniti parte dall'illustrazione per bambini a livello nazionale ed estero per poi arrivare a dedicarsi, nel corso degli ultimi anni, alle tematiche legate alla psiche, ai significati profondi celati nelle parole, alle connessioni più ardite tra la parola e l'immagine, dando vita a immagini più mature e adulte.
Le interessano le emozioni e i turbamenti dell'anima. I suoi lavori raccontano un mondo in cui la realtà viene rappresentata attraverso scene metaforiche, psicologiche, cariche di pathos e poesia. L'uso di colori vivaci e forti contrasti, unito alla mescolanza di varie tecniche pittoriche e del collage, le permettono di creare un mondo complesso in cui la realtà coesiste con elementi metaforici, surreali e psicologici; un mondo che può essere interpretato su più livelli.
Monica Taveri nel corso degli ultimi venti anni si dedica prevalentemente all’attività di gallerista ma non dimentica la sua passione per la pittura alla quale si dedica con costante ricerca e sperimentazione. Tema a lei caro sono i volti femminili, immagini che sembrano essere catturate nella tela, figure apparentemente inaccessibili come una sintesi delle varie condizioni che ha attraversato. Sfondi ruvidi, creati dall’utilizzo di gesso mischiato a polvere di marmo, ossidi e sabbie danno vita ad un gioco alchemico dove l’artista interviene per realizzare forme che sembrano consumate dal tempo.
Pittura che sembra incisa sulla pietra antica, graffiti che tagliano la sabbia e dal fondo informale il colore diviene pelle facendo affiorare figure che emergono in un contrasto affascinante di luci e ombre.
PROFILI COMPLANARI rappresenta quindi un incontro delle due personali produzioni, dove astrazione e figurazione si avvalgono di una tecnica che permette loro di spaziare e sperimentare diversi materiali e supporti, raggiungendo sempre un risultato di grande impatto visivo, immediato, dove lo spettatore è invitato a vivere le emozioni più nascoste piuttosto che la oggettiva realtà.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 1 ottobre. Ingresso libero.
Orari: tutti i giorni 10.30/12.30 – 18.00/20.30. Lunedì chiuso
Info: [email protected] | mob +39 3209654542
a cura di Monica Taveri
Lecce | Scaramuzza Arte Contemporanea | 23 settembre – 1 ottobre 2017
Inaugurazione sabato 23 settembre, ore 19.30
Sabato 23 settembre alle ore 19.30, si inaugura a Lecce, negli eleganti spazi della Scaramuzza Arte Contemporanea , la mostra PROFILI COMPLANARI, presentazione dei più recenti lavori delle artiste Chiara Criniti e Monica Taveri, che ne è anche la curatrice. Presentazione ed introduzione critica a cura della Prof.ssa Monica Lisi.
Due artiste, “portatrici sane” di visioni diverse, si sono dapprima casualmente conosciute, artisticamente piaciute e, sulla base del loro comune sentire, hanno deciso di dare vita ad un gemellaggio culturale che le vede per la prima volta esporre insieme, dando origine ad una immagine di “sorellanza” di pensiero, di capacità e contatto di sguardi, che le ha portate ad incontrarsi anche concretamente in una mostra che presenta circa venti opere, incentrate prevalentemente sui ritratti.
In questa esposizione si dà vita a tutta la forza creativa del ‘femminile’ contemporaneo, attraverso l’immaginazione che non ha paura dei confini, spesso imposti, perché libera di indagare i sentimenti umani in tutte le sue sfumature. Un incontro, quello tra Chiara e Monica, risultato inaspettatamente prolifico e produttivo, proprio come succede per le cose non cercate ma inconsciamente e fortemente desiderate.
Diverse per percorso artistico le due artiste hanno voluto con il loro sodalizio farci vivere un quadro di analisi interiore comune donando, ciascuna a suo modo, una narrazione assoluta di sé, guidate da una precisa corrispondenza , ispirata da un’alchimia ricca di fascino e di significato.
Chiara Criniti parte dall'illustrazione per bambini a livello nazionale ed estero per poi arrivare a dedicarsi, nel corso degli ultimi anni, alle tematiche legate alla psiche, ai significati profondi celati nelle parole, alle connessioni più ardite tra la parola e l'immagine, dando vita a immagini più mature e adulte.
Le interessano le emozioni e i turbamenti dell'anima. I suoi lavori raccontano un mondo in cui la realtà viene rappresentata attraverso scene metaforiche, psicologiche, cariche di pathos e poesia. L'uso di colori vivaci e forti contrasti, unito alla mescolanza di varie tecniche pittoriche e del collage, le permettono di creare un mondo complesso in cui la realtà coesiste con elementi metaforici, surreali e psicologici; un mondo che può essere interpretato su più livelli.
Monica Taveri nel corso degli ultimi venti anni si dedica prevalentemente all’attività di gallerista ma non dimentica la sua passione per la pittura alla quale si dedica con costante ricerca e sperimentazione. Tema a lei caro sono i volti femminili, immagini che sembrano essere catturate nella tela, figure apparentemente inaccessibili come una sintesi delle varie condizioni che ha attraversato. Sfondi ruvidi, creati dall’utilizzo di gesso mischiato a polvere di marmo, ossidi e sabbie danno vita ad un gioco alchemico dove l’artista interviene per realizzare forme che sembrano consumate dal tempo.
Pittura che sembra incisa sulla pietra antica, graffiti che tagliano la sabbia e dal fondo informale il colore diviene pelle facendo affiorare figure che emergono in un contrasto affascinante di luci e ombre.
PROFILI COMPLANARI rappresenta quindi un incontro delle due personali produzioni, dove astrazione e figurazione si avvalgono di una tecnica che permette loro di spaziare e sperimentare diversi materiali e supporti, raggiungendo sempre un risultato di grande impatto visivo, immediato, dove lo spettatore è invitato a vivere le emozioni più nascoste piuttosto che la oggettiva realtà.
La mostra sarà visitabile fino a domenica 1 ottobre. Ingresso libero.
Orari: tutti i giorni 10.30/12.30 – 18.00/20.30. Lunedì chiuso
Info: [email protected] | mob +39 3209654542
Per la prima volta, nel Centro Culturale SCARAMUZZA ARTE CONTEMPORANEA, protagonista assoluta sarà la carta, con una mostra dal titolo: “C...ARTE d'Autore”
a cura di Mirella Coricciati.
Il potere emozionale della carta in mostra
Dal 30 Luglio all' 8 Settembre.
Una collezione di opere su carta di grandi autori, come:
Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa, ecc..
La carta, dall'aspetto delicato e leggero, nonostante il suo apparente candore, è stata testimonianza preziosa di millenni di storia umana.
Essa ha origini antichissime, i più antichi ritrovamenti archeologici di carte con i tracciati di una mappa sono stati riportati alla luce nel 1986 a Dunhuang (Gansu), in Cina, in una tomba della prima metà del II sec. a.C.
Questo ritrovamento lascia supporre che la carta fosse già nota in quell'epoca.
Sfatiamo dunque l'idea della carta come di un materiale facilmente deperibile e destinato a non durare nel tempo.
Attraverso questa mostra, SCARAMUZZA ARTE CONTEMPORANEA, vuole rilanciare la carta come sopporto pittorico, degno di meritata attenzione.
In mostra saranno presenti alcune raffinatissime litografie di Valerio Adami riconoscibile per la rappresentazione di figure disposte in interni o esterni spersonalizzati assieme ad oggetti banali simbolo della modernità e per le campiture di colore uniforme racchiuse entro nette linee di contorno nere. Un'altra delicatissima litografia della Dadamaino caratterizzata da forme geometriche dai colori tenui che si stagliano su un fondo avorio.
Una tecnica mista di Giovanni Frangi dal titolo Val d'Isere dove sembianze di vegetazione rossa si stagliano sul fondo bianco della carta.
Un manifesto di Fernando De Filippi degli anni '70 dedicato a Lenin.
Un ritratto di donna di Omar Galliani realizzato con pastelli blu.
Una mappa dal titolo “Vedo il Mar Tirreno” di Emilio Isgrò rappresentante l'Italia con le sue inconfondibili “cancellature”.
Un acquerello su carta di Luigi Ontani dal titolo Muay Thai raffigurante un antico lottatore tailandese.
Una stupenda litografia di Piero Pizzi Cannella raffigurante un paesaggio sognante dal sapore orientale con i toni ocra della terra.
Un grande decollage di Mimmo Rotella dal titolo “Scatenate” dedicato a Moana Pozzi.
Una tecnica mista di Mario Schifano dove una piccola figura umana seduta, occupa l'estremità inferiore del foglio di carta lasciando in bianco tutto il resto dello spazio sovrastante. Marco Tirelli con una tecnica mista raffigurante due sfere bianche che emergono da un fondo scuro grazie ad un graduale gioco di chiari scuri
a cura di Mirella Coricciati.
Il potere emozionale della carta in mostra
Dal 30 Luglio all' 8 Settembre.
Una collezione di opere su carta di grandi autori, come:
Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa, ecc..
La carta, dall'aspetto delicato e leggero, nonostante il suo apparente candore, è stata testimonianza preziosa di millenni di storia umana.
Essa ha origini antichissime, i più antichi ritrovamenti archeologici di carte con i tracciati di una mappa sono stati riportati alla luce nel 1986 a Dunhuang (Gansu), in Cina, in una tomba della prima metà del II sec. a.C.
Questo ritrovamento lascia supporre che la carta fosse già nota in quell'epoca.
Sfatiamo dunque l'idea della carta come di un materiale facilmente deperibile e destinato a non durare nel tempo.
Attraverso questa mostra, SCARAMUZZA ARTE CONTEMPORANEA, vuole rilanciare la carta come sopporto pittorico, degno di meritata attenzione.
In mostra saranno presenti alcune raffinatissime litografie di Valerio Adami riconoscibile per la rappresentazione di figure disposte in interni o esterni spersonalizzati assieme ad oggetti banali simbolo della modernità e per le campiture di colore uniforme racchiuse entro nette linee di contorno nere. Un'altra delicatissima litografia della Dadamaino caratterizzata da forme geometriche dai colori tenui che si stagliano su un fondo avorio.
Una tecnica mista di Giovanni Frangi dal titolo Val d'Isere dove sembianze di vegetazione rossa si stagliano sul fondo bianco della carta.
Un manifesto di Fernando De Filippi degli anni '70 dedicato a Lenin.
Un ritratto di donna di Omar Galliani realizzato con pastelli blu.
Una mappa dal titolo “Vedo il Mar Tirreno” di Emilio Isgrò rappresentante l'Italia con le sue inconfondibili “cancellature”.
Un acquerello su carta di Luigi Ontani dal titolo Muay Thai raffigurante un antico lottatore tailandese.
Una stupenda litografia di Piero Pizzi Cannella raffigurante un paesaggio sognante dal sapore orientale con i toni ocra della terra.
Un grande decollage di Mimmo Rotella dal titolo “Scatenate” dedicato a Moana Pozzi.
Una tecnica mista di Mario Schifano dove una piccola figura umana seduta, occupa l'estremità inferiore del foglio di carta lasciando in bianco tutto il resto dello spazio sovrastante. Marco Tirelli con una tecnica mista raffigurante due sfere bianche che emergono da un fondo scuro grazie ad un graduale gioco di chiari scuri
INCIPIT - Scaramuzza Arte Contemporanea
Il progetto INCIPIT, un'iniziativa dell'Accademia di Belle Arti di Lecce per sottoporre all'attenzione delle più prestigiose e accreditate Gallerie del territorio la produzione artistica degli studenti più meritevoli, è lieta di presentare alcuni artisti emergenti selezionati e presentati presso la galleria Scaramuzza Arte Contemporanea Dal 10 al 18 giugno.
Vi aspettiamo per l'inaugurazione domani sera alle ore 19:30.
Gli artisti selezionati per l'esposizione sono:
- Miriana Pino
- Doralma Palestra
- Valentina De Florio
- Jingjing Feng
- Anna Dormio
- Chiara Bevilacqua
- Franco Chiarello
- Sara Manuguerra
- Maria Cristina Frisullo
- Bianca De Luca
- Giulia Tenuzzo
- Luigi Serravalle
Vi aspettiamo per l'inaugurazione domani sera alle ore 19:30.
Gli artisti selezionati per l'esposizione sono:
- Miriana Pino
- Doralma Palestra
- Valentina De Florio
- Jingjing Feng
- Anna Dormio
- Chiara Bevilacqua
- Franco Chiarello
- Sara Manuguerra
- Maria Cristina Frisullo
- Bianca De Luca
- Giulia Tenuzzo
- Luigi Serravalle
Tonino Caputo, Antonio Massari, Ercole Pignatelli e Fernando De Filippi saranno i protagonisti di “Radici Ritrovate/L'Arte di Quattro Artisti Emigrati dal Salento” la mostra che verrà inaugurata presso il Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea, in via Libertini 70, il 9 Luglio alle ore 19:00 e che si protrarrà fino al 29 luglio.
La mostra sarà presentata da Toti carpentieri e Maurizio Nocera, con la presenza di tutti e quattro gli artisti. Sarà un’occasione imperdibile per conoscere personalmente Tonino Caputo, Antonio Massari, Fernando De Filippi ed Ercole Pignatelli ed apprezzare il loro lavoro.
Dopo il successo della mostra “Immaginario Collettivo/Sessant’anni di Storie d’Arte del Salento”, svoltasi tra dicembre e gennaio scorso, dove Scaramuzza ha ospitato le opere di nove artisti salentini, egli torna a manifestare la sua particolare predilezione verso l'arte del nostro territorio presentando altre opere di quattro degli artisti salentini della precedente esposizione. Tutti e quattro nati tra gli anni trenta e i quaranta, amici di infanzia, si sono distinti in ambito nazionale nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Essi, a differenza di Ugo Tapparini ed Edoardo De Candia i quali sono rimasti nella loro terra natia, sono partiti via da Lecce per cercare fortuna altrove e realizzare il loro sogno di artisti.
Tonino Caputo, pittore, nato a Lecce nel 1933, dalla maggiore età vive e lavora a Roma (soggiornando anche lunghi periodi all’estero). È il pittore dei grattacieli e dei ponti rossi newyorkesi, ma anche delle vedute della cosiddetta “nuova metafisica”.
Fernando De Filippi, nato a Lecce nel 1940, vive e lavora a Milano, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera oggi presidente dell’Accademia di Lecce, è un artista sempre attento alla sperimentazione.
Antonio Massari, nato a Lecce nel 1932 e vissuto a Milano dove ha anche insegnato; da poco tempo è tornato a vivere a Lecce. La sua espressività è presto approdata all’astratto puro, con l’uso di carte assorbenti, inchiostro e acqua.
Ercole Pignatelli, nato a Lecce nel ‘35, pittore e scultore, vive a Milano dagli anni Cinquanta, restando sempre legato, nonostante vari momenti pittorici, all’espressività barocca della sua città natale Lecce, alla quale ha donato diverse opere.
Tutti e quattro vengono ora riuniti in unica mostra nella loro città natale, lì dove la loro passione per la pittura ha avuto inizio.
Dal 9 al 29 luglio
Lecce, Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea
Via Libertini, 70
dal mercoledì alla domenica ore 11:00- 13:00 a.m. e 17.30-21.00 p. m.(ingresso gratuito)
Tonino Caputo, Edoardo De Candia, Ugo Tapparini, Antonio Massari, Ercole Pignatelli, Vittorio Tapparini, Fernando De Filippi, Ezechiele Leandro, Luca Pignatelli: sono i protagonisti di “Immaginario Collettivo. Sessant’anni di storie d’arte del Salento” una rassegna che accoglie nove importanti nomi della pittura del ‘900 leccese. La mostra sarà inaugurata il prossimo 13 dicembre alle 18.30 presso il Centro Culturale Scaramuzza a Lecce, in via Libertini 70, dal critico d'arte Toti Carpentieri, alla presenza di alcuni autori delle opere.
Sarà l’occasione infatti per incontrare Tonino Caputo, Antonio Massari, Fernando De Filippi, Vittorio Tapparini ed Ercole Pignatelli
I diversi linguaggi di questi artisti, emersi dalla Lecce del ‘900, i loro immaginari e i loro colori che hanno segnato in modo indelebile la cultura del territorio salentino (ma anche molto oltre) si fondono, conservando al contempo delle precise individualità, in uno sguardo collettivo che in questo allestimento si fa racconto. “Sessant’anni di storie d’arte del Salento” emergono dalle tele di diverso formato e di diversa epoca dei nove artisti, ognuna espressione di un periodo preciso del suo autore.
I diciassette quadri in esposizione infatti, che appartengono alla collezione privata di Enzo Scaramuzza, risalgono a momenti riconoscibili del linguaggio dei singoli artisti: dai pennarelli di De Candia alle “carte assorbenti” di Massari, dalla stagione “materica” di Vittorio Tapparini agli oli “metafisici” di Caputo, dai decisi acquerelli degli anni Novanta di Ugo Tapparini ai quadri “terrosi” più tipici di Leandro, dalle tele barocche di Ercole Pignatelli al neoclassico monumentale di De Filippi, fino alle tele “ricucite” di Luca Pignatelli.
Tecniche miste, prospettive, filosofie e percorsi di vita, in alcuni casi anche condivisi, dialogano da un lato all’altro della galleria e raccontano, insieme alla creatività diversa dei nove artisti, una analoga voglia di volare via da una quotidianità troppo stretta che li ha spinti verso l’espressione artistica.
La mostra “Immaginario Collettivo” diventa così uno spaccato culturale imperdibile per avvicinarsi in maniera più consapevole alla conoscenza della storia dell’arte contemporanea del Salento.
Brevi cenni biografici sui nove artisti che hanno tutti all’attivo centinaia di esposizioni tra Salento, territorio nazionale e internazionale.
Fernando De Filippi, nato a Lecce nel 1940, vive e lavora a Milano, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera oggi presidente dell’Accademia di Lecce, pittore sempre attento alla sperimentazione. In mostra presenta un monumentale acrilico su tela sagomata riconducibile alla sua collezione “Mythos”.
Ezechiele Leandro (Lequile, 10 aprile 1905 – San Cesario di Lecce, 17 febbraio 1981) è stato un pittore e scultore vissuto nel Salento, definito “primitivo” per le sue scelte estetiche e per l’uso di materiali di recupero. È l’autore del Santuario della pazienza a San Cesario. In mostra due esempi della sua pittura multimaterica.
Ercole Pignatelli, nato a Lecce nel ‘35, pittore e scultore, vive a Milano dagli anni Cinquanta, restando sempre legato, nonostante vari momenti pittorici, all’espressività barocca della sua città natale Lecce, alla quale ha donato diverse opere. In mostra presenta “Basamento con Frutta” e la grande “Nudo con vaso”.
Vittorio Tapparini, nato a Lecce nel ’61, pittore, scultore, sperimentatore indefesso, oggi è approdato ad un originale stile figurativo onirico surreale, tornando all’olio su tela e al colore estremo. In mostra due opere della precedente fase di ricerca materica: “Apertura Mentale” e “Rinascita”.
Luca Pignatelli, pittore, nasce a Milano nel 1962, dove vive e lavora, di origine leccese. Il suo stile è stato definito “realismo visionario” e le sue opere più frequenti sono vecchi teloni d’epoca usati per coprire vagoni ferroviari, rattoppati, in cui prendono vita forme classiche o contemporanee. In mostra presenta “Treno” e “Afrodite”.
Ugo Tapparini (Lecce 1933 – 2016) pittore, riconosciuto esponente dell’espressionismo tedesco, da lui reso “salentino” secondo il suo particolare linguaggio colorato e ironico, fatto di grandi donne e piccoli uomini. Nei suoi oli come negli acquerelli sembra farsi beffa delle piccolezze umane. In mostra ci sono due vivaci acquerelli.
Tonino Caputo, pittore, è nato a Lecce nel 1933, ma dalla maggiore età vive e lavora a Roma (soggiornando anche lunghi periodi all’estero). È il pittore dei grattacieli e dei ponti rossi newyorkesi, ma anche delle vedute della cosiddetta “nuova metafisica”. A questa seconda definizione sono ascrivibili le due nature morte esposte dal titolo "Concertino" e "Chitarra".
Antonio Massari è un pittore, nato a Lecce nel 1932 e vissuto a Milano dove ha anche insegnato; da poco tempo è tornato a vivere a Lecce. La sua espressività è presto approdata all’astratto puro, con l’uso di carte assorbenti, inchiostro e acqua per cui si è guadagnato l’appellativo di “meccanico delle acque”. In mostra due carte assorbenti.
Edoardo De Candia (Lecce 1933 – 1992) è un pittore informale, innamorato delle figure femminili che descrive un po’ come “madonne” un po’ come potenti soggetti erotici. Passa dalle tempere ai pennarelli su carta, gestendo il tratto in una maniera decisa molto personale. In mostra espone due pennarelli con nudi di donne.
Sarà l’occasione infatti per incontrare Tonino Caputo, Antonio Massari, Fernando De Filippi, Vittorio Tapparini ed Ercole Pignatelli
I diversi linguaggi di questi artisti, emersi dalla Lecce del ‘900, i loro immaginari e i loro colori che hanno segnato in modo indelebile la cultura del territorio salentino (ma anche molto oltre) si fondono, conservando al contempo delle precise individualità, in uno sguardo collettivo che in questo allestimento si fa racconto. “Sessant’anni di storie d’arte del Salento” emergono dalle tele di diverso formato e di diversa epoca dei nove artisti, ognuna espressione di un periodo preciso del suo autore.
I diciassette quadri in esposizione infatti, che appartengono alla collezione privata di Enzo Scaramuzza, risalgono a momenti riconoscibili del linguaggio dei singoli artisti: dai pennarelli di De Candia alle “carte assorbenti” di Massari, dalla stagione “materica” di Vittorio Tapparini agli oli “metafisici” di Caputo, dai decisi acquerelli degli anni Novanta di Ugo Tapparini ai quadri “terrosi” più tipici di Leandro, dalle tele barocche di Ercole Pignatelli al neoclassico monumentale di De Filippi, fino alle tele “ricucite” di Luca Pignatelli.
Tecniche miste, prospettive, filosofie e percorsi di vita, in alcuni casi anche condivisi, dialogano da un lato all’altro della galleria e raccontano, insieme alla creatività diversa dei nove artisti, una analoga voglia di volare via da una quotidianità troppo stretta che li ha spinti verso l’espressione artistica.
La mostra “Immaginario Collettivo” diventa così uno spaccato culturale imperdibile per avvicinarsi in maniera più consapevole alla conoscenza della storia dell’arte contemporanea del Salento.
Brevi cenni biografici sui nove artisti che hanno tutti all’attivo centinaia di esposizioni tra Salento, territorio nazionale e internazionale.
Fernando De Filippi, nato a Lecce nel 1940, vive e lavora a Milano, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera oggi presidente dell’Accademia di Lecce, pittore sempre attento alla sperimentazione. In mostra presenta un monumentale acrilico su tela sagomata riconducibile alla sua collezione “Mythos”.
Ezechiele Leandro (Lequile, 10 aprile 1905 – San Cesario di Lecce, 17 febbraio 1981) è stato un pittore e scultore vissuto nel Salento, definito “primitivo” per le sue scelte estetiche e per l’uso di materiali di recupero. È l’autore del Santuario della pazienza a San Cesario. In mostra due esempi della sua pittura multimaterica.
Ercole Pignatelli, nato a Lecce nel ‘35, pittore e scultore, vive a Milano dagli anni Cinquanta, restando sempre legato, nonostante vari momenti pittorici, all’espressività barocca della sua città natale Lecce, alla quale ha donato diverse opere. In mostra presenta “Basamento con Frutta” e la grande “Nudo con vaso”.
Vittorio Tapparini, nato a Lecce nel ’61, pittore, scultore, sperimentatore indefesso, oggi è approdato ad un originale stile figurativo onirico surreale, tornando all’olio su tela e al colore estremo. In mostra due opere della precedente fase di ricerca materica: “Apertura Mentale” e “Rinascita”.
Luca Pignatelli, pittore, nasce a Milano nel 1962, dove vive e lavora, di origine leccese. Il suo stile è stato definito “realismo visionario” e le sue opere più frequenti sono vecchi teloni d’epoca usati per coprire vagoni ferroviari, rattoppati, in cui prendono vita forme classiche o contemporanee. In mostra presenta “Treno” e “Afrodite”.
Ugo Tapparini (Lecce 1933 – 2016) pittore, riconosciuto esponente dell’espressionismo tedesco, da lui reso “salentino” secondo il suo particolare linguaggio colorato e ironico, fatto di grandi donne e piccoli uomini. Nei suoi oli come negli acquerelli sembra farsi beffa delle piccolezze umane. In mostra ci sono due vivaci acquerelli.
Tonino Caputo, pittore, è nato a Lecce nel 1933, ma dalla maggiore età vive e lavora a Roma (soggiornando anche lunghi periodi all’estero). È il pittore dei grattacieli e dei ponti rossi newyorkesi, ma anche delle vedute della cosiddetta “nuova metafisica”. A questa seconda definizione sono ascrivibili le due nature morte esposte dal titolo "Concertino" e "Chitarra".
Antonio Massari è un pittore, nato a Lecce nel 1932 e vissuto a Milano dove ha anche insegnato; da poco tempo è tornato a vivere a Lecce. La sua espressività è presto approdata all’astratto puro, con l’uso di carte assorbenti, inchiostro e acqua per cui si è guadagnato l’appellativo di “meccanico delle acque”. In mostra due carte assorbenti.
Edoardo De Candia (Lecce 1933 – 1992) è un pittore informale, innamorato delle figure femminili che descrive un po’ come “madonne” un po’ come potenti soggetti erotici. Passa dalle tempere ai pennarelli su carta, gestendo il tratto in una maniera decisa molto personale. In mostra espone due pennarelli con nudi di donne.
una mente disordinata
Verrà inaugurata domenica 30 ottobre prossimo “Una mente disordinata” la retrospettiva dedicata a Ugo Tapparini a nove mesi dalla sua scomparsa, curata dal figlio Vittorio Tapparini. Sarà ospitata nelle sale del Castello di Carlo V dal 30 ottobre al 18 novembre 2016: vernissage domenica 30 alle 19:00.
L’esposizione è stata concepita come “mostra diffusa” e nella città di Lecce si potranno apprezzare anche altre opere dell’artista presso il Centro culturale di arte contemporanea Scaramuzza Arte Contemporanea in via Libertini 70. Enzo Scaramuzza, il titolare del Centro culturale ha messo a disposizione le opere della sua collezione che sono state utilizzate per il doppio allestimento: oltre venti quadri olio su tela per il Castello e quindici acquerelli su carta per la galleria.
“Una mente disordinata” mette in scena al Castello l’universo immaginifico di Ugo Tapparini, con una selezione di tele di diverso formato, precedenti agli anni Duemila, di altissima fattura, alcune di grandi dimensioni che superano i quattro metri, e che raccontano l’artista leccese con tutta la sua ironia. Si ritroveranno i suoi contadini del Salento, quel mondo popolato da donne opulente e nude, i ghiottoni e i classici beoni di Tapparini, la venditrice di fiori: il linguaggio pittorico dell’artista trasfigura scene di quotidianità grottesca traducendole con i suoi colori brillanti.
Quindici acquerelli degli anni Novanta si troveranno invece presso il Centro Scaramuzza.
Il titolo prende spunto da una pagina di diario in cui Ugo Tapparini si racconta e scrive: “Ho una mente disordinata però ho un callo sul dito medio, proprio dove si poggia una penna o una matita…”. E racconta, come spiegato nel catalogo, la sua smania per il disegno e il colore.
Il suo spregiudicato modo di concepire la vita, la sua autoironia e un sconfinata voglia di comunicare sono le costanti che hanno caratterizzato prima l’uomo e poi l’artista noto in Puglia, ma anche in città italiane ed europee dove non è raro incontrare i suoi colorati dipinti. Questo allestimento, fortemente voluto dal figlio Vittorio Tapparini che ha avuto come partner organizzatore il Comune di Lecce, intende tenere accesi i riflettori sull’opera di Ugo Tapparini e ricordarlo con le sue “parole” che sono soprattutto le sue opere (come scrive il figlio nel catalogo che sarà presente in mostra).
Cenni Biografici
Ugo Tapparini nasce a Lecce il 23 luglio 1933 e muore a Lecce il 9 gennaio 2016.
Nipote da parte di madre del Poeta Vittorio Pagano che contribuisce alla sua formazione, cresce nella grande biblioteca di famiglia, si diploma al liceo scientifico De Giorgi e si forma sin dall’adolescenza con Carmelo Bene, Tonino Caputo, Antonio Massari e Edoardo De Candia, quattro tra i più rappresentativi artisti salentini dell’ultimo secolo. Insieme formano a Lecce un noto gruppo di amici artisti sin dai primissimi anni Cinquanta.
Scrittore di romanzi e saggi, giornalista oltre che pittore: ricordiamo di lui la direzione della prima tv privata salentina e italiana degli anni ‘70 Telelecce Barbano con la quale vince numerosi premi. Approda a questa avventura da giornalista della carta stampata con all’attivo importanti esperienze su diversi organi di stampa nazionale, tra cui va almeno citato Il Borghese di Longanesi.
Tapparini è esponente di spicco riconosciuto in Italia dell’Espressionismo tedesco e tra i suoi “maestri amici” vanno citati almeno Leo Longanesi, decano del giornalismo e dell’editoria italiana del ‘900; poi Mino Maccari, e Renato Guttuso che conosce a Roma negli anni Cinquanta, mentre stringe una forte e sentita amicizia con Piero Manzoni a Milano. Si relaziona con l’ambiente culturale romano e milanese e frequenta anche Enrico Bay e Lucio Fontana.
Le sue opere hanno una grande diffusione a Lecce e nel Salento, ma anche nel resto della Puglia, in molte altre città italiane ed europee.
L’esposizione è stata concepita come “mostra diffusa” e nella città di Lecce si potranno apprezzare anche altre opere dell’artista presso il Centro culturale di arte contemporanea Scaramuzza Arte Contemporanea in via Libertini 70. Enzo Scaramuzza, il titolare del Centro culturale ha messo a disposizione le opere della sua collezione che sono state utilizzate per il doppio allestimento: oltre venti quadri olio su tela per il Castello e quindici acquerelli su carta per la galleria.
“Una mente disordinata” mette in scena al Castello l’universo immaginifico di Ugo Tapparini, con una selezione di tele di diverso formato, precedenti agli anni Duemila, di altissima fattura, alcune di grandi dimensioni che superano i quattro metri, e che raccontano l’artista leccese con tutta la sua ironia. Si ritroveranno i suoi contadini del Salento, quel mondo popolato da donne opulente e nude, i ghiottoni e i classici beoni di Tapparini, la venditrice di fiori: il linguaggio pittorico dell’artista trasfigura scene di quotidianità grottesca traducendole con i suoi colori brillanti.
Quindici acquerelli degli anni Novanta si troveranno invece presso il Centro Scaramuzza.
Il titolo prende spunto da una pagina di diario in cui Ugo Tapparini si racconta e scrive: “Ho una mente disordinata però ho un callo sul dito medio, proprio dove si poggia una penna o una matita…”. E racconta, come spiegato nel catalogo, la sua smania per il disegno e il colore.
Il suo spregiudicato modo di concepire la vita, la sua autoironia e un sconfinata voglia di comunicare sono le costanti che hanno caratterizzato prima l’uomo e poi l’artista noto in Puglia, ma anche in città italiane ed europee dove non è raro incontrare i suoi colorati dipinti. Questo allestimento, fortemente voluto dal figlio Vittorio Tapparini che ha avuto come partner organizzatore il Comune di Lecce, intende tenere accesi i riflettori sull’opera di Ugo Tapparini e ricordarlo con le sue “parole” che sono soprattutto le sue opere (come scrive il figlio nel catalogo che sarà presente in mostra).
Cenni Biografici
Ugo Tapparini nasce a Lecce il 23 luglio 1933 e muore a Lecce il 9 gennaio 2016.
Nipote da parte di madre del Poeta Vittorio Pagano che contribuisce alla sua formazione, cresce nella grande biblioteca di famiglia, si diploma al liceo scientifico De Giorgi e si forma sin dall’adolescenza con Carmelo Bene, Tonino Caputo, Antonio Massari e Edoardo De Candia, quattro tra i più rappresentativi artisti salentini dell’ultimo secolo. Insieme formano a Lecce un noto gruppo di amici artisti sin dai primissimi anni Cinquanta.
Scrittore di romanzi e saggi, giornalista oltre che pittore: ricordiamo di lui la direzione della prima tv privata salentina e italiana degli anni ‘70 Telelecce Barbano con la quale vince numerosi premi. Approda a questa avventura da giornalista della carta stampata con all’attivo importanti esperienze su diversi organi di stampa nazionale, tra cui va almeno citato Il Borghese di Longanesi.
Tapparini è esponente di spicco riconosciuto in Italia dell’Espressionismo tedesco e tra i suoi “maestri amici” vanno citati almeno Leo Longanesi, decano del giornalismo e dell’editoria italiana del ‘900; poi Mino Maccari, e Renato Guttuso che conosce a Roma negli anni Cinquanta, mentre stringe una forte e sentita amicizia con Piero Manzoni a Milano. Si relaziona con l’ambiente culturale romano e milanese e frequenta anche Enrico Bay e Lucio Fontana.
Le sue opere hanno una grande diffusione a Lecce e nel Salento, ma anche nel resto della Puglia, in molte altre città italiane ed europee.
Bellezza Congelata
mostra personale di Omar Ronda
Domenica 2 settembre alle ore 20:00, presso il Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea a Lecce, si inaugura la mostra personale La Bellezza Congelata dedicata all'artista biellese Omar Ronda.
Dopo una prima esperienza come gallerista della sua città natale nel 73 decide di trasferirsi a New York dove ha modo di conoscere alcuni dei più rinomati artisti del tempo: Andy Warhol, Basquiat, ecc.
Nonostante il grande successo da lui raggiunto come gallerista decide di dedicarsi alla sua vera passione: quella della progettazione artistica vera e propria.
Così nel '93 è tra i fondatori, nonché teorico, del gruppo "Cracking art".
Tale movimento pone come fondamento la rottura con la tradizione passata attraverso un nuovo linguaggio specchio della realtà a loro contemporanea, infatti gli artisti di questo gruppo, scelgono di utilizzare per le loro opere uno dei materiali più ordinari e diffusi nella vita quotidiana: la plastica.
Le sue prime opere furono create nel 1991 con polimeri termoplastici trasparenti che l'artista intitolò Frozen; essi rievocavano nella memoria dell'artista le lastre di ghiaccio di cui lui era innamorato da bambino. Il messaggio che passa è di congelamento ed interruzione del tempo in ogni sua opera, incastonata all'interno di questi polimeri, è come se fosse avvolta da del ghiaccio che ne conserva l'integrità, materiale e spirituale, nel tempo.
Il risultato sono stelle marine, conchiglie, pesci e anche icone dello spettacolo del 20º secolo che vengono ibernate.
Nella Galleria Scaramuzza è stata allestita una mostra proprio su una delle icone dello spettacolo maggiormente amate da tutti e in particolar modo da Omar Ronda: Marilyn Monroe.
Nelle opere di Omar ronda Marilyn viene raffigurata in diversi atteggiamenti e pose, infatti lui vuole conservare nell'eternità tutte le sfaccettature del suo carattere, della sua bellezza e della sua anima.
Dopo una prima esperienza come gallerista della sua città natale nel 73 decide di trasferirsi a New York dove ha modo di conoscere alcuni dei più rinomati artisti del tempo: Andy Warhol, Basquiat, ecc.
Nonostante il grande successo da lui raggiunto come gallerista decide di dedicarsi alla sua vera passione: quella della progettazione artistica vera e propria.
Così nel '93 è tra i fondatori, nonché teorico, del gruppo "Cracking art".
Tale movimento pone come fondamento la rottura con la tradizione passata attraverso un nuovo linguaggio specchio della realtà a loro contemporanea, infatti gli artisti di questo gruppo, scelgono di utilizzare per le loro opere uno dei materiali più ordinari e diffusi nella vita quotidiana: la plastica.
Le sue prime opere furono create nel 1991 con polimeri termoplastici trasparenti che l'artista intitolò Frozen; essi rievocavano nella memoria dell'artista le lastre di ghiaccio di cui lui era innamorato da bambino. Il messaggio che passa è di congelamento ed interruzione del tempo in ogni sua opera, incastonata all'interno di questi polimeri, è come se fosse avvolta da del ghiaccio che ne conserva l'integrità, materiale e spirituale, nel tempo.
Il risultato sono stelle marine, conchiglie, pesci e anche icone dello spettacolo del 20º secolo che vengono ibernate.
Nella Galleria Scaramuzza è stata allestita una mostra proprio su una delle icone dello spettacolo maggiormente amate da tutti e in particolar modo da Omar Ronda: Marilyn Monroe.
Nelle opere di Omar ronda Marilyn viene raffigurata in diversi atteggiamenti e pose, infatti lui vuole conservare nell'eternità tutte le sfaccettature del suo carattere, della sua bellezza e della sua anima.
VITTORIO TAPPARINI
Fabbricante di storie
Verrà inaugurata domenica 28 agosto, con vernissage alle 20, la mostra “Fabbricante di storie” di Vittorio Tapparini, presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea in via Libertini 70 a Lecce; la personale di pittura resterà aperta tutti i giorni sino al prossimo 11 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 17.30 alle 22.30.
Sarà l’occasione per apprezzare l’ultima collezione dell’artista leccese tornato alla pittura pura, olio su tela, dopo le produzioni multi-materiche tridimensionali degli anni precedenti.
Le piccole, ricche tele esposte nella personale del maestro racchiudono storie oniriche, surreali o semplicemente ironiche in un’esplosione di colori e voglia di vivere latente. Vittorio Tapparini appare qui come “fabbricante” di un mondo in cui l’amarezza diventa energia per ricominciare, si scrivono nuove utopie, si colorano i cieli di rosso, di giallo, di rosa per parlare di speranza, di emozioni e di amore, sentimento sempre pronto a corroborare le esistenze di chi riprende a giocare.
Espressionista quanto surreale, il linguaggio di Vittorio sembra assumere la lezione dell’esperienza paterna e farla propria, scegliendo la tradizione di famiglia in controtendenza con il dilagare di sperimentalismi spesso sterili e di concettualismi incomprensibili in cui certa arte contemporanea ama oggi declinarsi.
Il risultato sono opere che coincidono con un’attualità “liquida”, ma in evoluzione, che è già affacciata sui balconi di un “oltre” foriero di novità e che convive con il senso migliore della memoria. Ecco quindi alberi azzurri con frutti rossi scintillanti, ultimamente ricorrenti nelle opere del maestro, fiamme che accendono le passioni e le comunicazioni, e non bruciano, fiori, stelle e cuori per esorcizzare l’indolenza di un mondo che deve ricominciare a reagire, piccoli uomini colorati che si gettano nella mischia di vite improbabili per cercare nuove strade insieme a donne sognanti vestite di rosso: questa “fabbrica di storie” è l’evoluzione di “Favole d’amore” la precedente personale che Vittorio Tapparini ha portato a Roma lo scorso aprile, in piazza del Popolo, con grande successo di critica e pubblico.
Il catalogo, a cura di Claudia Presicce, sarà disponibile in galleria .
VITTORIO TAPPARINI: breve curriculum
Pittore e scultore, nato a Lecce il 22 luglio del 1961, figlio d’arte, annovera numerose partecipazioni in rassegne d’arte e personali nazionali e internazionali. Tra queste vanno ricordate il Premio Sulmona, la Biennale Internazionale d’arte di Ferrara, la Biennale internazionale di arti visive di Taormina, Expo Arte di New York, la Biennale di Venezia. Da segnalare tra le partecipazioni ai musei la personale di scultura “Hidalgo” al Must di Lecce nel 2013 con la presentazioni del suo “piccolo esercito” di tredici guerrieri in ferro e nel marzo 2015 a Pescara al Museo “Vittoria Colonna” con “La poetica del non colore”. Nel 2006 è selezionato al Premo Arte Mondadori e vince l’Ercole di Brindisi, nel 2007 vince il Premio Rembrandt e viene nominato Gran Maestro dell’Arte nel mondo per i suoi meriti artistici. A Lecce, tra le altre cose, ha organizzato e curato le tre edizioni della Biennale del Salento (2010, 2012, 2014). L’ultima personale di pittura “Favole d’amore” l’ha realizzata a Roma, presso la galleria della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in via del Corso, dal 23 aprile al 2 maggio 2016.
Sarà l’occasione per apprezzare l’ultima collezione dell’artista leccese tornato alla pittura pura, olio su tela, dopo le produzioni multi-materiche tridimensionali degli anni precedenti.
Le piccole, ricche tele esposte nella personale del maestro racchiudono storie oniriche, surreali o semplicemente ironiche in un’esplosione di colori e voglia di vivere latente. Vittorio Tapparini appare qui come “fabbricante” di un mondo in cui l’amarezza diventa energia per ricominciare, si scrivono nuove utopie, si colorano i cieli di rosso, di giallo, di rosa per parlare di speranza, di emozioni e di amore, sentimento sempre pronto a corroborare le esistenze di chi riprende a giocare.
Espressionista quanto surreale, il linguaggio di Vittorio sembra assumere la lezione dell’esperienza paterna e farla propria, scegliendo la tradizione di famiglia in controtendenza con il dilagare di sperimentalismi spesso sterili e di concettualismi incomprensibili in cui certa arte contemporanea ama oggi declinarsi.
Il risultato sono opere che coincidono con un’attualità “liquida”, ma in evoluzione, che è già affacciata sui balconi di un “oltre” foriero di novità e che convive con il senso migliore della memoria. Ecco quindi alberi azzurri con frutti rossi scintillanti, ultimamente ricorrenti nelle opere del maestro, fiamme che accendono le passioni e le comunicazioni, e non bruciano, fiori, stelle e cuori per esorcizzare l’indolenza di un mondo che deve ricominciare a reagire, piccoli uomini colorati che si gettano nella mischia di vite improbabili per cercare nuove strade insieme a donne sognanti vestite di rosso: questa “fabbrica di storie” è l’evoluzione di “Favole d’amore” la precedente personale che Vittorio Tapparini ha portato a Roma lo scorso aprile, in piazza del Popolo, con grande successo di critica e pubblico.
Il catalogo, a cura di Claudia Presicce, sarà disponibile in galleria .
VITTORIO TAPPARINI: breve curriculum
Pittore e scultore, nato a Lecce il 22 luglio del 1961, figlio d’arte, annovera numerose partecipazioni in rassegne d’arte e personali nazionali e internazionali. Tra queste vanno ricordate il Premio Sulmona, la Biennale Internazionale d’arte di Ferrara, la Biennale internazionale di arti visive di Taormina, Expo Arte di New York, la Biennale di Venezia. Da segnalare tra le partecipazioni ai musei la personale di scultura “Hidalgo” al Must di Lecce nel 2013 con la presentazioni del suo “piccolo esercito” di tredici guerrieri in ferro e nel marzo 2015 a Pescara al Museo “Vittoria Colonna” con “La poetica del non colore”. Nel 2006 è selezionato al Premo Arte Mondadori e vince l’Ercole di Brindisi, nel 2007 vince il Premio Rembrandt e viene nominato Gran Maestro dell’Arte nel mondo per i suoi meriti artistici. A Lecce, tra le altre cose, ha organizzato e curato le tre edizioni della Biennale del Salento (2010, 2012, 2014). L’ultima personale di pittura “Favole d’amore” l’ha realizzata a Roma, presso la galleria della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in via del Corso, dal 23 aprile al 2 maggio 2016.
Enzo Cucchi | dieci disegni
Fai clic qui per effettuare mSabato 18 giugno 2016, alle ore 19.00, s’inaugura, presso il Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea a Lecce, la mostra Enzo Cucchi | dieci disegni, a cura di Marinilde Giannandrea, con una selezione scelta di lavori di Enzo Cucchi, uno dei protagonisti della Transvanguardia.
I disegni e la grafica costituiscono una parte cospicua della produzione di Cucchi e preludono o accompagnano la pittura. I dieci disegni in mostra sono databili tra il 1985 e il 1991 (con cornici progettate dall’artista) e fanno parte del suo lessico più noto. Le figure umane sottili, le case-arche, l’affiorare di un paesaggio desertificato, consentono di testare il cuore della sua ricerca. Sono segni sospesi nell’aria che seguono traiettorie oblique, misteriose e sfuggono alle leggi di gravità.
Per Enzo Cucchi non c’è alcuna volontà elitaria nel suo essere artista, al contrario c’è il desiderio di una “cultura francescana” in cui si fondano mito, storia dell’arte, la millenaria cultura popolare. È un pittore visionario per il quale il passato è una dimensione antropologica popolata da figure minori strettamente legate anche alla sua casa-regione, le Marche.
Nella incessante pratica pittorica Cucchi procede attraverso un accumulo di elementi diversi figurativi e astratti, espliciti e allusivi muovendosi su un terreno di assoluta libertà che può essere posto in relazione solo con i suoi desideri, sogni e speranze.
Le opere in mostra si collocano un percorso ideale dentro il lessico dell’artista e rappresentano una perfetta sintesi del suo sillabario visivo.
Enzo Cucchi Morro d'Alba (Ancona) 1949
Autodidatta, negli anni Settanta a Roma incontra Sandro Chia e Francesco Clemente con i quali lavora a stretto contatto. Espone presso molte gallerie italiane, in particolare presso Emilio Mazzoli a Modena (dal 1979) ed Enzo Sperone a Roma e New York (dal 1981 al 1985) e con Bruno Bischofberger a Zurigo (dal 1981). Dall'inizio degli anni Ottanta viene riconosciuto anche all'estero come un artista fra i più rappresentativi della Transavaguardia. Ha realizzato personali e collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli (TO), il Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Ha partecipato inoltre alle rassegne d’arte contemporanea a livello internazionale tra cui la 39ma Biennale d’Arte di Venezia e Documenta 7 a Kassel. Nel 2007 il Museo Correr di Venezia gli ha dedicato una mostra monografica inauguratasi in concomitanza con l’apertura della 52° Biennale internazionale d’Arte. Nel 2014 è stato pubblicato il libro, Vita sconnessa di Enzo Cucchi , di Carlos D’Ercole (Quodlibet).
Scaramuzza Arte Contemporanea è un centro culturale unico nella realtà artistica salentina noto, oltre che per la particolare attenzione agli artisti locali, soprattutto per la periodica organizzazione di mostre personali e collettive di alcuni dei più grandi artisti dell’arte contemporanea italiana come, per citare solo alcuni dei nomi, Carla Accardi, Roberto Barni, Omar Galliani, Giorgio Griffa, Emilio Isgrò, Mario Schifano, alcuni dei protagonisti della Nuova Scuola Romana come Marco Tirelli e Piero Pizzi Cannella e della Transavanguardia come Sandro Chia, Nicola de Maria, Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi protagonista di quest’ultima mostra. Da qualche anno si propone anche come luogo di riflessione, ricerca e approfondimento sull’arte contemporanea attraverso la periodica organizzazione di incontri culturali e di dibattito con esperti del settore.
Dal 18 giugno al 17 luglio 2016
Lecce, Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea
Via Libertini, 70
dal martedì alla domenica ore 17.00-20.30 (ingresso gratuito)
per info o appuntamento: [email protected]
tel: 3932118913 - 3297325036
con preghiera di diffusione
odifiche.
I disegni e la grafica costituiscono una parte cospicua della produzione di Cucchi e preludono o accompagnano la pittura. I dieci disegni in mostra sono databili tra il 1985 e il 1991 (con cornici progettate dall’artista) e fanno parte del suo lessico più noto. Le figure umane sottili, le case-arche, l’affiorare di un paesaggio desertificato, consentono di testare il cuore della sua ricerca. Sono segni sospesi nell’aria che seguono traiettorie oblique, misteriose e sfuggono alle leggi di gravità.
Per Enzo Cucchi non c’è alcuna volontà elitaria nel suo essere artista, al contrario c’è il desiderio di una “cultura francescana” in cui si fondano mito, storia dell’arte, la millenaria cultura popolare. È un pittore visionario per il quale il passato è una dimensione antropologica popolata da figure minori strettamente legate anche alla sua casa-regione, le Marche.
Nella incessante pratica pittorica Cucchi procede attraverso un accumulo di elementi diversi figurativi e astratti, espliciti e allusivi muovendosi su un terreno di assoluta libertà che può essere posto in relazione solo con i suoi desideri, sogni e speranze.
Le opere in mostra si collocano un percorso ideale dentro il lessico dell’artista e rappresentano una perfetta sintesi del suo sillabario visivo.
Enzo Cucchi Morro d'Alba (Ancona) 1949
Autodidatta, negli anni Settanta a Roma incontra Sandro Chia e Francesco Clemente con i quali lavora a stretto contatto. Espone presso molte gallerie italiane, in particolare presso Emilio Mazzoli a Modena (dal 1979) ed Enzo Sperone a Roma e New York (dal 1981 al 1985) e con Bruno Bischofberger a Zurigo (dal 1981). Dall'inizio degli anni Ottanta viene riconosciuto anche all'estero come un artista fra i più rappresentativi della Transavaguardia. Ha realizzato personali e collettive nei più importanti spazi espositivi italiani e stranieri come la Kunsthalle di Basilea, il Solomon R. Guggenheim di New York, la Tate Gallery di Londra, il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Castello di Rivoli (TO), il Palazzo Reale di Milano, il Sezon Museum of Art di Tokyo, l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Ha partecipato inoltre alle rassegne d’arte contemporanea a livello internazionale tra cui la 39ma Biennale d’Arte di Venezia e Documenta 7 a Kassel. Nel 2007 il Museo Correr di Venezia gli ha dedicato una mostra monografica inauguratasi in concomitanza con l’apertura della 52° Biennale internazionale d’Arte. Nel 2014 è stato pubblicato il libro, Vita sconnessa di Enzo Cucchi , di Carlos D’Ercole (Quodlibet).
Scaramuzza Arte Contemporanea è un centro culturale unico nella realtà artistica salentina noto, oltre che per la particolare attenzione agli artisti locali, soprattutto per la periodica organizzazione di mostre personali e collettive di alcuni dei più grandi artisti dell’arte contemporanea italiana come, per citare solo alcuni dei nomi, Carla Accardi, Roberto Barni, Omar Galliani, Giorgio Griffa, Emilio Isgrò, Mario Schifano, alcuni dei protagonisti della Nuova Scuola Romana come Marco Tirelli e Piero Pizzi Cannella e della Transavanguardia come Sandro Chia, Nicola de Maria, Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi protagonista di quest’ultima mostra. Da qualche anno si propone anche come luogo di riflessione, ricerca e approfondimento sull’arte contemporanea attraverso la periodica organizzazione di incontri culturali e di dibattito con esperti del settore.
Dal 18 giugno al 17 luglio 2016
Lecce, Centro Culturale Scaramuzza Arte Contemporanea
Via Libertini, 70
dal martedì alla domenica ore 17.00-20.30 (ingresso gratuito)
per info o appuntamento: [email protected]
tel: 3932118913 - 3297325036
con preghiera di diffusione
odifiche.
Venerdì 29 aprile alle ore 19:00, presso il centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea, si terrà il primo incontro di “Racconti d'Arte” a cura di Giancarlo Costa, esperto di arti visive contemporanee.
La serata ha l'intento di aiutarci a comprendere, attraverso una più attenta osservazione delle opere di uno degli artisti della collezione Scaramuzza scelto apposta per la serata, la poetica dell'artista e le motivazioni recondite alla base del suo successo nell'ambito dell'arte contemporanea.
Al contempo coglieremo l'occasione per conoscere più da vicino l'esperienza personale di Enzo Scaramuzza, proprietario di questa prestigiosissima collezione, le vicende che lo hanno portato a conoscere gli artisti ma anche alcuni dei più importanti galleristi e collezionisti d'arte.
La serata ha l'intento di aiutarci a comprendere, attraverso una più attenta osservazione delle opere di uno degli artisti della collezione Scaramuzza scelto apposta per la serata, la poetica dell'artista e le motivazioni recondite alla base del suo successo nell'ambito dell'arte contemporanea.
Al contempo coglieremo l'occasione per conoscere più da vicino l'esperienza personale di Enzo Scaramuzza, proprietario di questa prestigiosissima collezione, le vicende che lo hanno portato a conoscere gli artisti ma anche alcuni dei più importanti galleristi e collezionisti d'arte.
Aspetti dell'arte italiana del secondo Novecento
In occasione di “Lecce Galleria d'arte”, progetto promosso dal comune di Lecce 2015 – Capitale Italiana della Cultura, Scaramuzza Arte Contemporanea propone una ricognizione dell'arte italiana del Novecento, con opere appartenenti ad una collezione privata, a cura di Lorenzo Madaro.
Le opere scelte per l’occasione – rappresentative dei singoli percorsi creativi – intendono pertanto tracciare un possibile percorso sulle vicende – soprattutto quelle della pittura – italiane, tra attenzioni verso l’astrazione, la Pop Art e il concettuale e un ritorno all’immagine, attraverso l’esperienza della Transavanguardia.
Gli artisti di questi anni, poco conosciuti dai più, hanno prodotto alcuni dei più significativi cambiamenti stilistici e di pensiero dell'arte visiva, conducendola verso territori che erano assolutamente imprevedibili. Perciò è andando a rispolverare le ricerche artistiche di questo periodo che possiamo comprendere l'arte del nostro presente.
Entrando nell'elegante spazio della Scaramuzza possiamo immediatamente ammirare le opere di alcuni dei maggiori protagonisti dell'astrattismo italiano quali Carla Accardi con un opera caratterizzata da sinuose forme di colore nero e rosso su fondo bianco, Piero Dorazio, con l'opera Wampum costituita di una serie di strisce colorate tra loro intrecciate, entrambi accomunati dall'esperienza nel gruppo Forma 1 tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50 e Giorgio Griffa che iniziò a distinguersi nel panorama artistico contemporaneo intorno agli '60, con l'opera “Sinuoso” nella quale segni di colore si muovono sulla tela grezza come organismi autosufficienti.
A fiancheggiare l'opera di Giorgio Griffa troviamo due “Schegge” di Mario Schifano, una rappresentante una palma di colore nero che spicca su un fondo rosso e l'altra un cuore, sempre sue sono l'opera “Pane Rosso” appartenente al ciclo “Campi di Pane”che si distingue per un uso del colore intenso che ricorda l'action painting.
Tra li esponenti della Transavanguardia, corrente artistica teorizzata dal critico d'arte Achille Bonito Oliva negli anni '80, troviamo un'opera di Sandro Chia raffigurante una figura femminile con in braccio un fanciullo immersi nel colore, e un opera di Nicola de Maria, l'unico del gruppo che si distingue per un linguaggio principalmente astratto.
A testimoniare la ricerca artistica contemporanea nella sperimentazione di nuovi materiali vi è l'opera in poliuretano di Piero Gilardi dal titolo “Spiaggia Corallina” appartenente al ciclo dei “Tappeti Natura”, che riproducono in modo estremamente realistico frammenti di ambiente naturale, a scopo ludico, ma anche come denuncia verso uno stile di vita che, col passare del tempo diventa sempre più artificiale.
Contribuisce allo sviluppo della poesia visiva e dell'arte concettuale Emilio Isgrò, del quale sono esposte alcune delle sue mappe realizzate tra gli anni '90 e il 2000, in esse i luoghi assumono un fascino del tutto diverso da quello che di norma viene assegnato alle mappe e si ha la sensazione di perdersi e disorientarsi nel tentativo di capire le motivazioni recondite della scelta di quelle poche informazioni lasciate scoperte.
Appartengono al clima della nuova figurazione le opere di Valerio Adami e Concetto Pozzati, il primo si distingue per un immagine destrutturata e ricostruita attraverso tagli e abbreviazione, una esplicita negazione del volume e piatte campiture di colore; del secondo troviamo l'opera dal titolo “Ballo in Maschera”che si ispira ai balli in maschera tribali.
Ed in fine, a completare l'allestimento di questo spazio vi sono le eleganti sculture di Roberto Barni con i suoi uomini in continuo e alternato andirivieni, senza direzione, metafora dell'uomo di oggi.
orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 16:30 alle 20:30
Scaramuzza Arte Contemporanea – via Libertini, 70 – Lecce
Per info : [email protected]
tel 3297325036
Ingresso: libero
La mostra sarà visitabile fino al 20 gennaio
Le opere scelte per l’occasione – rappresentative dei singoli percorsi creativi – intendono pertanto tracciare un possibile percorso sulle vicende – soprattutto quelle della pittura – italiane, tra attenzioni verso l’astrazione, la Pop Art e il concettuale e un ritorno all’immagine, attraverso l’esperienza della Transavanguardia.
Gli artisti di questi anni, poco conosciuti dai più, hanno prodotto alcuni dei più significativi cambiamenti stilistici e di pensiero dell'arte visiva, conducendola verso territori che erano assolutamente imprevedibili. Perciò è andando a rispolverare le ricerche artistiche di questo periodo che possiamo comprendere l'arte del nostro presente.
Entrando nell'elegante spazio della Scaramuzza possiamo immediatamente ammirare le opere di alcuni dei maggiori protagonisti dell'astrattismo italiano quali Carla Accardi con un opera caratterizzata da sinuose forme di colore nero e rosso su fondo bianco, Piero Dorazio, con l'opera Wampum costituita di una serie di strisce colorate tra loro intrecciate, entrambi accomunati dall'esperienza nel gruppo Forma 1 tra la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50 e Giorgio Griffa che iniziò a distinguersi nel panorama artistico contemporaneo intorno agli '60, con l'opera “Sinuoso” nella quale segni di colore si muovono sulla tela grezza come organismi autosufficienti.
A fiancheggiare l'opera di Giorgio Griffa troviamo due “Schegge” di Mario Schifano, una rappresentante una palma di colore nero che spicca su un fondo rosso e l'altra un cuore, sempre sue sono l'opera “Pane Rosso” appartenente al ciclo “Campi di Pane”che si distingue per un uso del colore intenso che ricorda l'action painting.
Tra li esponenti della Transavanguardia, corrente artistica teorizzata dal critico d'arte Achille Bonito Oliva negli anni '80, troviamo un'opera di Sandro Chia raffigurante una figura femminile con in braccio un fanciullo immersi nel colore, e un opera di Nicola de Maria, l'unico del gruppo che si distingue per un linguaggio principalmente astratto.
A testimoniare la ricerca artistica contemporanea nella sperimentazione di nuovi materiali vi è l'opera in poliuretano di Piero Gilardi dal titolo “Spiaggia Corallina” appartenente al ciclo dei “Tappeti Natura”, che riproducono in modo estremamente realistico frammenti di ambiente naturale, a scopo ludico, ma anche come denuncia verso uno stile di vita che, col passare del tempo diventa sempre più artificiale.
Contribuisce allo sviluppo della poesia visiva e dell'arte concettuale Emilio Isgrò, del quale sono esposte alcune delle sue mappe realizzate tra gli anni '90 e il 2000, in esse i luoghi assumono un fascino del tutto diverso da quello che di norma viene assegnato alle mappe e si ha la sensazione di perdersi e disorientarsi nel tentativo di capire le motivazioni recondite della scelta di quelle poche informazioni lasciate scoperte.
Appartengono al clima della nuova figurazione le opere di Valerio Adami e Concetto Pozzati, il primo si distingue per un immagine destrutturata e ricostruita attraverso tagli e abbreviazione, una esplicita negazione del volume e piatte campiture di colore; del secondo troviamo l'opera dal titolo “Ballo in Maschera”che si ispira ai balli in maschera tribali.
Ed in fine, a completare l'allestimento di questo spazio vi sono le eleganti sculture di Roberto Barni con i suoi uomini in continuo e alternato andirivieni, senza direzione, metafora dell'uomo di oggi.
orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 16:30 alle 20:30
Scaramuzza Arte Contemporanea – via Libertini, 70 – Lecce
Per info : [email protected]
tel 3297325036
Ingresso: libero
La mostra sarà visitabile fino al 20 gennaio
RISONANZE ESTETICHE II° Incontro:
"Al di Là della Pelle"
Osservare con quanto interesse e partecipazione è stato seguito il primo incontro dell’evento “Risonanze Estetiche” ci ha invitato a organizzarne un altro sabato 30 maggio alle 19:30 in occasione della chiusura della mostra collettiva presso lo spazio del centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea a cui ne seguiranno altri.
Scopo di questo incontro come abbiamo già avuto modo di spiegare rimane quello di un arricchimento del nostro bagaglio di valori e significati, sia attraverso il dialogo e lo scambio di pensieri, sia attraverso la riflessione su alcune opere d’arte, poiché come diceva Joseph Beuys “Ogni uomo è un artista” nessuno è escluso da questa continua ricerca di significato e l’arte in tutte le sue forme, può essere un valido aiuto.
“La galleria Scaramuzza - afferma Chiara Armillis - diventa così uno spazio pensato per dialogare di talento, di potenziale, di emozioni, per Ri-svegliare la capacità espressiva dell'essere umano che risiede nell'armonia del suo equilibrio interiore, nella Bellezza della sua unicità e specificità quale antidoto alla tentazione di adagiarsi al sentimento dello sfacelo dell'omologazione sociale.”
Questa volta tema centrale della serata sarà quello della nudità, una nudità "senza pelle", quella della nostra anima, o piuttosto della perdita di tale “nudità”. "Nudità" significa esporsi e vincere il pudore, senza riserve. Quello che mostriamo è davvero il nostro io, o le regole e i comportamenti che ci costringiamo a seguire ci hanno fatto dimenticare le nostre vere e autentiche aspirazioni e sogni?
Parleremo dunque degli uomini senza identità di Roberto Barni, e in opposizione della forza espressiva, del desiderio di trasgressione che ha animato gli artisti della Transavaguardia come Sandro Chia, degli uomini senza volto del fotografo salentino Stefano Cacciatore il quale esclusivamente per la serata porterà un'altra delle sue foto meno recente ma molto significativa a proposito di questa particolare tematica, e di tanto altro ancora.
Il tutto sarà coordinato da Chiara Armillis, psico interprete delle arti e delle scienze, con l’intervento e la collaborazione di Silvia Recchia, responsabile del centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea che per la serata si esibirà in un’interpretazione vocale di alcuni testi appositamente scelti.
Scopo di questo incontro come abbiamo già avuto modo di spiegare rimane quello di un arricchimento del nostro bagaglio di valori e significati, sia attraverso il dialogo e lo scambio di pensieri, sia attraverso la riflessione su alcune opere d’arte, poiché come diceva Joseph Beuys “Ogni uomo è un artista” nessuno è escluso da questa continua ricerca di significato e l’arte in tutte le sue forme, può essere un valido aiuto.
“La galleria Scaramuzza - afferma Chiara Armillis - diventa così uno spazio pensato per dialogare di talento, di potenziale, di emozioni, per Ri-svegliare la capacità espressiva dell'essere umano che risiede nell'armonia del suo equilibrio interiore, nella Bellezza della sua unicità e specificità quale antidoto alla tentazione di adagiarsi al sentimento dello sfacelo dell'omologazione sociale.”
Questa volta tema centrale della serata sarà quello della nudità, una nudità "senza pelle", quella della nostra anima, o piuttosto della perdita di tale “nudità”. "Nudità" significa esporsi e vincere il pudore, senza riserve. Quello che mostriamo è davvero il nostro io, o le regole e i comportamenti che ci costringiamo a seguire ci hanno fatto dimenticare le nostre vere e autentiche aspirazioni e sogni?
Parleremo dunque degli uomini senza identità di Roberto Barni, e in opposizione della forza espressiva, del desiderio di trasgressione che ha animato gli artisti della Transavaguardia come Sandro Chia, degli uomini senza volto del fotografo salentino Stefano Cacciatore il quale esclusivamente per la serata porterà un'altra delle sue foto meno recente ma molto significativa a proposito di questa particolare tematica, e di tanto altro ancora.
Il tutto sarà coordinato da Chiara Armillis, psico interprete delle arti e delle scienze, con l’intervento e la collaborazione di Silvia Recchia, responsabile del centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea che per la serata si esibirà in un’interpretazione vocale di alcuni testi appositamente scelti.
RISONANZE ESTETICHE
Inaugurazione nuova collettiva d'arte con le opere della collezione Scaramuzza
“Ogni uomo è un artista”, con questa celebre frase Beuys affermava l’importanza di una continua ricerca di valori e di significati nel vissuto quotidiano da cui nessuno è escluso.
Condividendo questa convinzione, sabato 18 aprile alle ore 19:00, il centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea apre la sua prossima collettiva di opere appartenenti alla collezione privata di Enzo Scaramuzza con un nuovo evento dal titolo “Risonanze Estetiche” a cura di Chiara Armillis, psicointerprete delle Scienze e delle Arti, con la collaborazione di Silvia Recchia, artista-pittrice e al contempo responsabile della Scaramuzza e il dr. Ennio Brunetta, medico e sassofonista.
Tra le opere i mostra, visitabile fino al 20 maggio, ci saranno una delicata litografia di Sadro Chia dai colori pastello, alcune delle eleganti carte geografiche di Emilio Isgrò, e tante altre opere di nomi importanti come Valerio Adami, Ugo Nespolo, Roberto Barni.
La Galleria Scaramuzza diviene uno spazio pensato per dialogare di Talento, di Potenziale, di Emozioni, per Ri-svegliare la capacità espressiva dell'essere umano che risiede nell'armonia del suo equilibrio interiore, nella Bellezza della sua unicità e specificità quale antidoto alla tentazione di adagiarsi al sentimento dello sfacelo dell'omologazione sociale. Si trasforma così in un contenitore in cui Arte e Scienza si intersecano forgiando scene performative che oscilleranno tra Parole e Suoni.
La pittura,la poesia,la musica rappresentano la scientificità e la complessità dell'espressione dell'Anima che si narra al mondo, sono l'imprevedibilità, l'inconscio. L'evento è un procedimento a ritroso e di ispezione visiva di luoghi immaginali nei quali provare a ripensare i diversi linguaggi dell’umano,il gesto e il simbolo alla luce di una fondamentale “ cassa di risonanza”. Interpretare la poesia che si annida nell'immagine significa ritornare alle origini come forza necessaria al nostro umano cammino.
Sul fondo della nostra anima giace un seme che è un concentrato di caratteristiche uniche e di potenzialità, di immagini che, se coltivate, attivano il nucleo dell'essenza, l'impeto vitale. L'arte accende in noi un istinto profondo che ci aiuta a ristabilire un contatto con il nostro Puer Aeternus, l’essenza di chi siamo veramente, il bambino che è dentro di noi che resta sempre bambino e che mantiene sempre viva la capacità di stupirsi, meravigliarsi, gioire, sorridere e soprattutto di sognare.
Mostra collettiva
Scaramuzza Arte Contemporanea – via Libertini, 70 – Lecce
Per info: [email protected]
tel 3932118913 - 3297325036
Inaugurazione Sabato 18 aprile, ore 19:00
visitabili ( fino al 20 maggio) dal martedì alla domenica dalle 17:00 alle 21:00
e dal giovedì al sabato dalle 10:30 alle 13:00 ( chiuso il lunedì e il mercoledì)
Ingresso: libero
Fai clic qui per effettuare modifiche.
Mostra personale fotografica di BRUNO BARILLARI
Si inaugura il 21 marzo 2015 la mostra personale fotografica di Bruno Barillari allestita nelle sale della Galleria Scaramuzza a Lecce in via Libertini, 70.
“.OBJ” il titolo emblematico rimanda alle iniziali del termine oggetto, (dal lat. mediev. obiectum, neutro sostantivato di obiectus, part. pass. di obicĕre) che, per definizione, significa «porre innanzi»; propr. «ciò che è posto innanzi (al pensiero o alla vista)».
È uno sguardo poetico quello di Bruno Barillari che, per questo progetto espositivo, ha scelto il fascino della pellicola in bianco e nero, quasi dimenticata nell’era digitale e la magia che avviene nella camera oscura. Nelle inquadrature sono finiti gli oggetti, spesso disseminati negli angoli più nascosti delle nostre case e delle nostre vite, spiega lo stesso fotografo: “gli oggetti si ripongono davanti ai nostri occhi e ai nostri pensieri e quando li guardiamo con l’anima o li tocchiamo con la pelle ci trasmettono quantità sufficienti di emozioni da farci crescere in un istante o rimanere bambini per tutta la vita”.
Il catalogo, pubblicato per i tipi de Il Raggio Verde edizioni, è impreziosito dai testi di Roberto Mutti, direttore di Kairòs magazine, docente presso l’Istituto italiano di fotografia e l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano e collaboratore del quotidiano “La Repubblica” e del critico d’arte Toti Carpentieri.
Orario di apertura: tutti i giorni: 10.30 - 13; 16.30- 20.30; tranne il lunedì.
Bruno Barillari nasce a Galatina, Lecce il 3 aprile del 1973. Eredita la passione per la fotografia insieme ad una Rolleiflex biottica GX 2,8 nel 1987. A pochi esami dalla laurea in Economia e Commercio a Parma si diploma invece, nel 1997, all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano “preferendo lavorare con la luce che vivere di riflesso…” Dedica il tempo libero alla ricerca, nell’accezione pura del termine. Odiando le etichette, soprattutto nel suo settore, ama considerarsi semplicemente un uomo che scatta fotografie. Tra le ultime esposizioni lo scorso novembre ha esposto a Parigi nell’ambito del fotofever al Carrousel du Louvre. Le sue foto sono pubblicate dalle più prestigiose riviste tra le quali Vogue, AD, Sposabella, Dove, Times e quotidiani tra cui Il Corriere della Sera, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Sole 24 Ore.
L’ufficio stampa
Antonietta Fulvio
3394487602
CON/DIVISIONE
Opere di Alessandra Chiffi, Filomena D’Ambrosio,
Giancarlo Mustich, Evan Piccirillo, Silvia Recchia, Davide Russo
a cura di Carmelo Cipriani
Sei giovani artisti, differenti nelle ricerche e nelle forme espressive, ma vicini nel dato anagrafico, accomunati dal medesimo cursus studiorum (tutti compagni in Accademia di Belle Arti a Lecce) e da alcuni tratti emblematici (la preferenza accordata alla pittura, l’ambiguità figurativa, il gusto per la contaminazione dei linguaggi e soprattutto l’esperienza di strada, pratica artistica militante condotta a contatto con il pubblico), s’incontrano negli spazi della Galleria Scaramuzza esibendo sei differenti modi di procedere nel mondo dell’Arte. Da qui il titolo della mostra “Con/divisione”, dove la variabile presenza dello spazio intraverbale costituisce un vero e proprio salto semantico, un’opposizione di significato che bene rende la situazione degli artefici, diversi nelle maniere eppure accomunati dalle medesime vicissitudini, ora chiamati a condividere lo spazio, ciascuno con la propria visione del presente. Sei personalità racchiuse in un microcosmo di sperimentazioni eteroclite. Nello stare insieme gli artisti prendono consapevolezza del loro modo di essere e di sentire, ma anche dello spazio e della contemporaneità, quest’ultima intesa in senso diacronico e sincronico.
a cura di Carmelo Cipriani
Inaugurazione: venerdì 27 febbraio 2015, ore 19.00
Galleria Scaramuzza Arte contemporanea, Via Giuseppe Libertini, 70, Lecce
La mostra sarà visitabile tutti i giorni (fino al 18 marzo) dalle 18.00 alle 21.00.
Testi critici: Carmelo Cipriani
Ufficio stampa:
Associazione De la dà Mar
Info: 320.77.14.234
[email protected]
CAMERA OSCURA // Incontro al buio con Roberto Barni // Finissage di "Abitanti del XXI secolo"
Mercoledì 25 febbraio, ore 19:00, la galleria Scaramuzza Arte Contemporanea, in occasione del finissage della mostra personale di Roberto Barni "Abitanti del XXI Secolo", annuncia il primo appuntamento di "CAMERA OSCURA, incontri al buio con i protagonisti dell'arte contemporanea", presentato da Tommaso Ariemma , docente di Estetica all'Accademia di Belle Arti di Lecce, in collaborazione con Silvia Recchia.
Oscurando una delle sue stanze la galleria Scaramuzza Arte Contemporanea vuole invitare in modo originale il pubblico all'incontro con i protagonisti dell'arte contemporanea italiana. Nella prima sala illuminata, le opere dell'artista. Nella seconda, oscurata per l'occasione, un racconto dell'avventura artistica ad indicare le verità che si cela nel profondo e che ci è ancora oscura. Per la prima volta una galleria si trasforma così in un teatro dell'arte contemporanea. |
"Abitanti del XXI secolo"
Mostra personale di Roberto Barni
A partire da domenica 25 gennaio fino al 25 febbraio la galleria Scaramuzza Arte Contemporanea presenta la mostra personale dell’artista scultore e pittore italiano Roberto Barni
“Sono un abitante non troppo scontento di una modernissima ed effimera città del XXI secolo, dove gli abitanti sono riusciti ad eliminare quasi tutti i dislivelli, per cui da ogni parte si può ammirare un immensa pianura e ogni altra città si può intravedere senza nessuno sforzo di fantasia. Solo le proporzioni e le dimensioni di questa pianura rimangono incomprensibili.”
Sono gli abitanti del nostro secolo, quelli descritti da Roberto Barni, irrimediabilmente intrappolati negli ingranaggi del tempo, consegnati alla vertigine della quotidiana minaccia di caduta.
Protagonista indiscusso della sua opera è il movimento: muoversi a piedi, girovagare, allungare il passo, correre, arrampicarsi, scalare, riunire, mettersi in fila, sfilare. Si offre così copiosa la figura del “viandante”, un uomo completamente riassunto nel suo passo di marcia. Un passo che sembra possedere come sua prerogativa quella di cancellarne la meta, di oscurarla. Dando così vita ad un andirivieni continuo ed alternato dove non è riconoscibile un inizio, ne una fine e richiamando con insistenza l'ombra del non senso e dell'assurdo.
Nelle “città effimere” delle opere su carta non sono distinguibili “dislivelli”. Nozioni come destra e sinistra, sopra e sotto, giusto o sbagliato perdono qualsiasi significato. Uomini, animali e piante sono disposti in tutte le direzioni, diritti o a testa in giù, tanto che ogni elemento può essere osservato da qualsiasi lato. Come se ciascun punto di osservazione avesse egual valore.
Gli uomini di Barni sono uomini anonimi, hanno perso la capacità di osservare, il privilegio di possedere un'individualità.
di Silvia Recchia
Roberto Barni è uno scultore e pittore italano nato a Pistoia nel 1939 che vive e lavora a Firenze.Le sue opere sono collocate presso il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano, nel complesso del Cavallaccio RC10 a Firenze, in Piazzetta degli Ortaggi a Pistoia , a Villa Celle presso Pistoia[4], e a Groningen, nei Paesi Bassi. Nel 1992-93 partecipò alla mostra "The artist and the book in the twentieth century in Italy" al Museum of modern art di New York, insieme ad artisti quali Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo Tommaso Marinetti, Amedeo Modigliani, Emilio Vedova ed altri[6]. Nel 2008 partecipò alla mostra "Estetika. Forma & segno. Da Renoir a de Chirico" ad Arona, dove erano presenti opere, fra gli altri, di Georges Braque, Mark Chagall, Carlo Carrà, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico,Max Ernst, Joan Mirò, Pablo Picasso, Arnaldo Pomodoro, Pierre-Auguste Renoir, Henri de Toulouse-Lautrec e Andy Warhol.
“Sono un abitante non troppo scontento di una modernissima ed effimera città del XXI secolo, dove gli abitanti sono riusciti ad eliminare quasi tutti i dislivelli, per cui da ogni parte si può ammirare un immensa pianura e ogni altra città si può intravedere senza nessuno sforzo di fantasia. Solo le proporzioni e le dimensioni di questa pianura rimangono incomprensibili.”
Sono gli abitanti del nostro secolo, quelli descritti da Roberto Barni, irrimediabilmente intrappolati negli ingranaggi del tempo, consegnati alla vertigine della quotidiana minaccia di caduta.
Protagonista indiscusso della sua opera è il movimento: muoversi a piedi, girovagare, allungare il passo, correre, arrampicarsi, scalare, riunire, mettersi in fila, sfilare. Si offre così copiosa la figura del “viandante”, un uomo completamente riassunto nel suo passo di marcia. Un passo che sembra possedere come sua prerogativa quella di cancellarne la meta, di oscurarla. Dando così vita ad un andirivieni continuo ed alternato dove non è riconoscibile un inizio, ne una fine e richiamando con insistenza l'ombra del non senso e dell'assurdo.
Nelle “città effimere” delle opere su carta non sono distinguibili “dislivelli”. Nozioni come destra e sinistra, sopra e sotto, giusto o sbagliato perdono qualsiasi significato. Uomini, animali e piante sono disposti in tutte le direzioni, diritti o a testa in giù, tanto che ogni elemento può essere osservato da qualsiasi lato. Come se ciascun punto di osservazione avesse egual valore.
Gli uomini di Barni sono uomini anonimi, hanno perso la capacità di osservare, il privilegio di possedere un'individualità.
di Silvia Recchia
Roberto Barni è uno scultore e pittore italano nato a Pistoia nel 1939 che vive e lavora a Firenze.Le sue opere sono collocate presso il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano, nel complesso del Cavallaccio RC10 a Firenze, in Piazzetta degli Ortaggi a Pistoia , a Villa Celle presso Pistoia[4], e a Groningen, nei Paesi Bassi. Nel 1992-93 partecipò alla mostra "The artist and the book in the twentieth century in Italy" al Museum of modern art di New York, insieme ad artisti quali Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Filippo Tommaso Marinetti, Amedeo Modigliani, Emilio Vedova ed altri[6]. Nel 2008 partecipò alla mostra "Estetika. Forma & segno. Da Renoir a de Chirico" ad Arona, dove erano presenti opere, fra gli altri, di Georges Braque, Mark Chagall, Carlo Carrà, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico,Max Ernst, Joan Mirò, Pablo Picasso, Arnaldo Pomodoro, Pierre-Auguste Renoir, Henri de Toulouse-Lautrec e Andy Warhol.
Nel cuore dell'arte contemporanea
|
DIVORAMENTI. Personale di Chiara Gatto
Dettagli evento
La Galleria Scarmuzza Arte Contemporenea in collaborazione con la Galleria Formaquattro
Presentano
DIVORAMENTI
Personale di Chiara Gatto
a cura di Carmelo Cipriani
Con il patrocino di: Regione Puglia, Provincia di Bari, Accademia di Belle Arti di Bari
In collaborazione con; Momart Gallery – Matera, Associazione Culturale “De là da mar” – Lecce
Inaugurazione: venerdì 12 settembre 2014, ore 19.00
Galleria Scaramuzza Arte contemporanea, Via Giuseppe Libertini, 70, Lecce
Testi critici: Carmelo Cipriani
Catalogo: in galleria (Edizioni della Galleria Formaquattro)
La mostra sarà visitabile tutti i giorni (fino al 28 settembre) dalle 18.00 alle 21.00.
Per la prima personale della giovane e talentuosa artista barese Chiara Gatto, la Galleria Formaquattro presenta il progetto itinerante “Divoramenti”. La mostra prevede tre tappe interregionali. La prima a Lecce (dal 12 al 28 settembre), presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea, la successiva a Bari (dal 10 ottobre al 2 novembre) presso la Galleria Formaquattro, l’ultima a Matera (dal 21 novembre all’8 dicembre) presso Momart Gallery.
Ecco come Carmelo Cipriani, curatore della mostra, descrive la ricerca dell’artista:
“Chiara Gatto accosta, senza remore né timori, realtà terrigna e derive psichiche. La sua ricerca sembra privilegiare la dimensione dell’inconscio e della superstizione, inscenando voli pindarici tra la superficie della forma e la profondità del contenuto. La sospensione del senso è per l’artista il fondamento poetico di una ricerca espressiva giocata sull’instabilità, intesa come condizione privilegiata per l’esplorazione del confine tra visibile e invisibile. Scenari tetri e figure fantasmatiche si corrispondono in una bipolarità oscura: non si comprende se siano gli ambienti il riflesso di una tristezza interiore dei protagonisti o, al contrario, siano questi ultimi a soffrire del male che affligge i luoghi che li ospitano. Le sue stanze costituiscono la giusta metafora di una società compromessa, estraniante e luttuosa. Mentre nelle pareti sembrano riverberarsi i dubbi e i drammi degli anonimi protagonisti, miseri supereroi, animali di carta e pesanti origami divengono i dominanti archetipi di un’esistenza folle.
Così come la tranquillità dello scenario domestico si piega di fronte ad un persistente senso d’inquietudine, la perfezione prospettica cede il passo a puerili assonometrie, non di rado sacrificate a saturazioni monotonali. La materia cromatica, ridotta a poche tinte, si stratifica e si compone per tasselli, dando forma ad una poetica ricerca dei luoghi fisici e memoriali, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si sono stratificate in corso d’opera. Atmosfere cupe ma vibranti di pathos, sono abitate da figure vampiresche o allucinate, ora spaventose ora estranianti; figure disarticolate entro spazi instabili, saturi nelle cromie e connotati da un vuoto esistenziale prima che materiale.
Il valore della pittura di Chiara risiede nella capacità d’indagare la soglia tra produzione “normale” e “psicotica”. La sua è un’umanità sconcertante, grottesca, carica di valenze emotive, che sembra interrogarci sulla possibilità di collegare tipologia fisica e stato di alterazione interiore. Mediante una sintassi iconica di disarmante semplicità l’artista ci coinvolge in teatrini folli, soggiogandoci. Il pensiero, apparentemente libero di spaziare, ne resta in realtà imprigionato. Ed è in quel momento che si perde la levità della visione e alla pura contemplazione segue l’amara riflessione”.
Chiara Gatto nasce a Bari nel 1990. Conseguita la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, si dedica con ingegno alla pittura giungendo alla formulazione di un repertorio figurativo d’indiscussa originalità, in cui si compendiano vigore espressionista e pratiche surrealiste. Da circa tre anni è impegnata in un’alacre attività espositiva. Nel 2012 inaugura la sezione “Previsioni” del Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA), allestendo la doppia personale con Gianmaria Giannetti La Donna Elefante cerca sempre la verità elefante, a cura di Antonella Marino. Nel 2013 firma il quinto progetto “Wall in progress”, curato da Marilena di Tursi, presso la Galleria Bluorg di Bari. Nello stesso anno partecipa a numerose collettive: Ibridazione, al Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA); Spiaggia Libera Anno Zero, a cura di Antonella Marino, allestita al Coco Beach Club di Cozze-Polignano nell’ambito del “Beluga Art Project”; I low art, presso la galleria Artcore di Bari; Santi Medici tra arte e medicina, a cura di Vito Caiati, a Bitonto, negli spazi del Torrione Angioino. Nel 2013 ha seguito il workshop internazionale di arte e design Vajkard in Slovenia. Nello stesso anno è tra gli artisti menzionati della X edizione del Premio Nazionale delle Arti. Nel 2014 ha partecipato con la galleria Formaquattro di Bari ad “Affordable Art Fair” di Milano.
La performance di domenica 3 agosto
- ispirata al "cadavre exquisit" degli artisti surrealisti.
Colori d’estateDomenica 3 – 31 Agosto 2014 Da domenica 3 agosto 2014 la galleria Scaramuzza Arte Contemporanea riapre i suoi spazi con l’esposizione di Agosto. Si potranno ammirare le importanti opere delle collezione privata, con nomi prestigiosi del panorama artistico contemporaneo, tra i quali Valerio Adami, Sandro Chia, Ugo Nespolo, e Tino Stefanoni. Come sempre a questo percorso si affiancherà l’esposizione delle opere del selezionato gruppo di artisti della galleria Nicola Ancona, Lucio Calogiuri, Enza Mastria e Maurizio Muscettola. Dalle ore 20 in poi, tutti coloro che lo desiderano potranno partecipare all’iniziativa. Ascoltando musica dal vivo e degustando una selezione di vini locali, si potranno incontrare gli artisti e vederli all’opera nella realizzazione di una originale performance pittorica. La nuova mostra Colori d’Estate di Agosto sarà aperta al pubblico dal 3 al 31 agosto 2014 nei seguenti orari: - dal mercoledì al venerdì, ore 10.30 - 12.30 / ore 18.30 - 21.30 - sabato e domenica, ore 10.30 - 12.30 /19.00 - 22.00 - chiuso il lunedì e il martedìhe. |
|
LIMITES
le opere di Franco Valente in mostra a Lecce
Le composizioni materiche di Franco Valente saranno protagoniste della mostra "Limites", curata da Carmelo Cipriani, che sarà inaugurata venerdì 18 luglio alle 19.30, alla presenza del vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce.
Le opere di Franco Valente scaturiscono da una profonda riflessione e da un'arte liberata dalle convenzioni: «Lontano da virtuosismi accademici, Valente si mostra incline ad un approccio immediato con la quotidianità, tra il divertito e il riflessivo. Stipiti consunti, angusti pertugi, battenti logori sono gli elementi essenziali della sua attività creativa, reliquie di una vita trascorsa, ma anche superfici ruvide su cui applicare il colore a brandelli fino a definire composizioni ibride, nè pitture nè sculture tout court. Composizioni materiche, solo all'apparenza casuali, mobili nel loro dilatarsi nello spazio e perfettamente scandite nell'equilibrio delle forme e dei pesi cromatici. "Combine paintings" si direbbe, in cui legni tagliati, divelti e martoriati, si affiancano e si sovrappongono ricalcando una dinamica interiore fatta di molteplici significati e rimandi.
Quella di Valente è figurazione residuale, aperta alla rievocazione della memoria e alle suggestioni del reale. Lavorando sul concetto di soglia, al contempo limite e congiunzione, l'artista indaga le proprietà intrinseche del legno, materia organica di grandi virtù, fino ad evidenziarne le intrinseche potenzialità pitto-scultoree. Come per i sacchi di Burri, nei suoi lavori la fragilità e l'umiltà del legno divengono valori di riferimento per un'estetica essenziale, contrapposta alla ridondante figurazione pop e profondamente intrisa di riflessione esistenziale». Carmelo Cipriani
La mostra sarà visitabile da mercoledì a domenica (fino al 31 luglio) dalle ore 18.00 alle 21.00 presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea, Via G. Libertini 70, Lecce.
Colori d’estate
Esposizione estiva delle opere
della collezione Scaramuzza
Inaugurazione: domenica 8 giugno 2014
Inaugurazione: domenica 8 giugno 2014 ore 19:00La Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce dal primo giugno offre al pubblico, nei suoi suggestivi spazi del centro storico, refrigerio dalla calura estiva con una nuova esposizione. Saranno presenti - tra i tanti notevoli autori della collezione Scaramuzza - opere di Tino Stefanoni, Valerio Adami, Ugo Nespolo e, punta di diamante, due opere dell'artista pistoiese Roberto Barni. Le opere in mostra varieranno periodicamente nel corso dell’estate.
Inoltre sempre presenti nella sala a loro dedicata, i quattro virtuosi artisti curati dalla galleria: Nicola Ancona, Lucio Calogiuri, Enza Mastria e Maurizio Muscettola, in questo mese attivi in diversi e importanti progetti artistici, in particolare a Bari con una mostra per il 200° Anniversario dell’Arma dei Carabinieri e a Roma con la Triennale di Arti Visive.
La Galleria Scaramuzza contribuisce all’esposizione della Triennale di Roma con tre prestigiose opere di Pizzi Cannella, Mario Schifano e Franz Borghese.
Esposizione estiva delle opere
della collezione Scaramuzza
Inaugurazione: domenica 8 giugno 2014
Inaugurazione: domenica 8 giugno 2014 ore 19:00La Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce dal primo giugno offre al pubblico, nei suoi suggestivi spazi del centro storico, refrigerio dalla calura estiva con una nuova esposizione. Saranno presenti - tra i tanti notevoli autori della collezione Scaramuzza - opere di Tino Stefanoni, Valerio Adami, Ugo Nespolo e, punta di diamante, due opere dell'artista pistoiese Roberto Barni. Le opere in mostra varieranno periodicamente nel corso dell’estate.
Inoltre sempre presenti nella sala a loro dedicata, i quattro virtuosi artisti curati dalla galleria: Nicola Ancona, Lucio Calogiuri, Enza Mastria e Maurizio Muscettola, in questo mese attivi in diversi e importanti progetti artistici, in particolare a Bari con una mostra per il 200° Anniversario dell’Arma dei Carabinieri e a Roma con la Triennale di Arti Visive.
La Galleria Scaramuzza contribuisce all’esposizione della Triennale di Roma con tre prestigiose opere di Pizzi Cannella, Mario Schifano e Franz Borghese.
Maurizio Muscettola - L'estetica dei pensieri
domenica 18 - sabato 31 maggio 2014
Inaugurazione: domenica 18 maggio 2014 ore 19:00 Presso gli spazi della Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce si svolgerà la mostra personale di Maurizio Muscettola, uno degli artisti curati dalla galleria stessa. Questa è la sua prima mostra di sola scultura, ma per quanto nel suo percorso artistico la pittura sia stata protagonista indiscussa, la scultura è stata sempre presente e, benché apparentemente in secondo piano, anche determinante nella sua formazione. Ricorrono nelle tematiche affrontate elementi chiave del suo immaginario artistico, già presenti nei suoi quadri e ora trasposti , con nuove dinamiche, in queste opere. Saranno esposte circa dodici opere realizzate con una grande varietà di tecniche, dall’intaglio al modellato e all’assemblaggio ed altrettanta varietà di materiali, dai più tradizionali come la pietra e il legno a quelli più attuali come la plastica e le resine. |
|
Novembre 2013
Esposizione della Collezione Scaramuzza del 29 novembre 2013
Dal 29 novembre 2013, potete visionare il nuovo allestimento negli spazi della galleria. Le nuove opere appartengono ai più importanti artisti italiani dell'arte contemporanea e presente, alcuni dei quali storicizzati.
Gennaio 2013
La
Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea di Lecce riapre la sua
stagione artistica sabato 22 dicembre con una collettiva di artisti
nazionali ed internazionali. In essa si potranno ammirare tra le
tante, le opere di Arman, C. Accardi, Kostabi, ed altri ancora. . Ogni
opera rappresenta una tappa importante della ricerca artistica
contemporanea e tutte insieme danno l'immagine di un periodo storico
caratterizzato da grandi innovazioni, partendo dalla
Transavanguardia e toccando la Nuova Scuola Romana fino ad arrivare
alla Nuova Figurazione Italiana
ed al Nouveau Realisme. La mostra è caratterizzata da
testimonianze importanti e determinanti degli ultimi decenni
dell'arte contemporanea. Ed evidenzia al contempo la soggettività
delle differenti poetiche di questi autori così diversi tra loro per
linguaggio artistico ed esperienze di vita.
Collettiva d'arte contemporanea/ a cura di Silvia Recchia
Scaramuzza Arte Contemporanea – via Libertini, 70 – Lecce
Per info : [email protected]
tel 3297325036
Orari: tutti i giorni dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 20:00/ Lunedì mattina chiuso
Ingresso: libero
Collettiva d'arte contemporanea/ a cura di Silvia Recchia
Scaramuzza Arte Contemporanea – via Libertini, 70 – Lecce
Per info : [email protected]
tel 3297325036
Orari: tutti i giorni dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 20:00/ Lunedì mattina chiuso
Ingresso: libero